Sogno Provenzale.

Il Campo di Girasoli sulla Strada del Lago

In uno di quei giorni di luce sospesa, mi ritrovai a contemplare il campo di girasoli che si estendeva lungo la strada del Lago di Massaciuccoli. Era come se il tempo sospirasse in un breve attimo di incanto, e il mio sguardo si perse tra i petali dorati che danzavano con la brezza leggera.

Ero io, Enrica, immersa in un sogno ad occhi aperti che trasformava la mia terra vicino al Lago in un angolo di Provenza. Le colline verdi sembravano piegarsi sotto il peso di racconti antichi, mentre il profumo dei girasoli si mischiava con il richiamo delle acque.

Il calore del sole accarezzava la pelle, e nella mia mente, la Provenza si svelava in ogni colore, in ogni sfumatura. L’atmosfera intorno a me si caricava di un’enigmatica magia, come se il presente e il passato danzassero insieme in un’armonia silenziosa.

E così, nel mio viaggio di pensieri e immagini, la mia terra diventò palcoscenico di incontri misteriosi. Una presenza enigmatica si materializzò tra i girasoli, aggiungendo al racconto un tocco di segreto e poesia, proprio come Pavese avrebbe narrato in una sua struggente storia di provincia.

Nel silenzio di quel sogno ad occhi aperti, i girasoli diventarono custodi di storie e sogni, e la Provenza si nascose dietro ogni petalo, celando la magia di un incanto fugace che solo l’anima poteva percepire.

….. “Sotto il cielo azzurro della Provenza, Vincent Van Gogh si preparava per esporre le sue opere in una mostra d’arte all’aperto. Mentre sistemava i suoi dipinti tra i campi di girasoli, una figura avvolta in un abito leggero si avvicinò con un fascino enigmatico. Era Vivienne, una giovane appassionata di storia dell’arte.

Vincent Van Gogh: (sorride) Bonjour, mademoiselle! Cosa ne pensi delle mie creazioni?

Vivienne: (osserva i dipinti con intensità) Van Gogh, vero? La tua tecnica è così espressiva, e questi colori… sono stupefacenti. C’è un’energia unica in questi girasoli.

Van Gogh: (entusiasta) Ah, i girasoli! Rappresentano la vita, la luce e la gioia. Sono la mia interpretazione del mondo. Ma tu, cosa vedi nei miei quadri?

Vivienne: (sorride misteriosamente) Vedo un viaggio. Un percorso di emozioni che si dipana tra i tuoi colori. E c’è qualcosa di più, qualcosa di celato, di “Misterico”.

Da quel momento, Van Gogh e Vivienne iniziarono un dialogo vivace tra pittura e mistero, tra colori audaci e segreti confidati nei loro sguardi e subito taciuti e costudisti con cura affinché nessuno potesse sciuparli.

Vincent Van Gogh: (osserva il paesaggio) Conosci la Provenza, vero? Immagina come queste terre avrebbero ispirato gli artisti del passato, come noi.

Vivienne: (con uno sguardo penetrante) La Provenza è un luogo di segreti e storie sepolte. Mi chiedo cosa avremmo scoperto se fossimo vissuti in quel tempo.

Van Gogh: (curioso) Raccontami, Vivienne, cosa trovi più affascinante nella storia dell’arte?

Vivienne: (con voce misteriosa) Le storie dietro le pennellate. Cosa si nasconde dietro a un quadro? Quali misteri custodisce? Mi piace scoprire l’invisibile, il non detto.

Così, tra vigneti e lavanda, Van Gogh e Vivienne scambiavano storie, esperienze e visioni uniche.

Van Gogh: (ridendo) Vivienne, le tue parole aggiungono un nuovo mistero ai miei girasoli.

Vivienne: (sorridendo misteriosamente) E i tuoi colori dipingono segreti che solo l’anima può comprendere. Abbiamo un legame speciale qui…

E così, tra i profumi della Provenza e le pennellate dei girasoli di Van Gogh, i due continuarono a creare un dialogo vibrante che intrecciava il mistero con la bellezza, sotto il cielo enigmatico della magnifica Provenza…

Provenza o Massaciuccoli poco importava, nella mente tutto trovava spazio e armonia generando un nuovo spazio-tempo.

La Provenza, evocata nella mente dal colore dorato dei girasoli, si dissolveva lentamente, lasciando spazio al paesaggio collinare della mia terra.

Il sentiero della bonifica, stretto tra i canneti e le acque placide del lago, si snodava come un filo narrativo tra ricordi e suggestioni. Mentre ritornavo con la mente al Lago di Massaciuccoli, il tramonto dipingeva sfumature di arancio e rosa sulle colline, creando un’atmosfera enigmatica e surreale che richiamava un eco malinconico di tempo perduto e svanito con la mietitura dei girasoli…

Il richiamo delle acque, il suono dei passi sul sentiero, tutto assumeva un’aura di familiarità e intimità. La mia casa sul confine della sera, pur nella sua assenza fisica, si materializzava nel ricordo, come un rifugio dell’anima in cui trovare riposo.

Il campo di girasoli, immerso nell’ombra creata dal tramonto, diveniva il punto d’incontro tra il reale e l’illusione. La luce fioca accentuava il suo profumo e il canto degli uccelli sembrava un accompagnamento perfetto al racconto di un sogno che si era fuso con la terra.

E così, nella quiete della campagna al crepuscolo, la storia di questo sogno ad occhi aperti giungeva a una conclusione. Il campo di girasoli, il Lago di Massaciuccoli e il sentiero della bonifica, avvolti dal calore del ricordo, diventavano un luogo sicuro, vivente nel profondo della mia interiorità, luogo dove ritrovare la forza per vivere con coraggio la quotidianità della vita senza il timore della monotonia.

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